
Dopo un periodo di riflessione ed orientamento tra le varie mozioni ho (finalmente) preso una decisione.
Non è stata una scelta facile, perché le buone proposte, le idee e le persone valide in campo sono molte e tutte e tre offrono un modello di partito ed un programma decisamente validi.
La mia preferenza è andata, comunque, alla mozione ed alla persona che meglio di ogni altra potrà ridare slancio e forza al Partito Democratico, portandolo fuori dalle poco profonde acque in cui naviga a vista ed in cui quest’ultimo si sta quasi incagliando.
Serve, comunque, un Partito Democratico che sia diverso da quello attuale, un Partito che, tracciando una rotta, prenda una direzione chiara, organizzata e ben definita. L’alternativa a tutto questo sarebbe un lento quanto inesorabile indebolimento del partito stesso; cosa che, porterebbe alla fine quasi annunciata di un progetto molto valido, concreto e che ha visto tanta gente credervi, impegnarvisi e riporvi le proprie migliori energie.
Tuttavia anche la fiamma più viva, se lasciata sola a se stessa e non adeguatamente alimentata, si spegne.
Proprio questo, quindi, è quello che mi aspetto dal Partito Democratico nei prossimi mesi e nei prossimi anni:
Ora, siamo a un punto di non ritorno; retrocedere ulteriormente non è più possibile nè tanto meno auspicabile: sarebbe, infatti, l’inizio di una fine certa ed inevitabile.
Dobbiamo essere dunque in grado di riconquistare credibilità e consenso: è necessario, di conseguenza, riprendere l’iniziativa (politica e non) tornare a bussare alla porta delle persone, tornare a farci vedere e a portare avanti le nostre idee e convinzioni con forza ed in modo unitario.
Per fare ciò, serve un partito unico, unito e ben radicato la cui voce arrivi con efficacia sui territori tornando a fare opera porta a porta e non solo diffondendo la nostra voce attraverso i grandi mezzi di comunicazione. Tornando, invece, ad utilizzare lo strumento del dialogo e vivendo in mezzo alle persone coinvolgendo queste ultime e facendole sentire coinvolte.
Per fare tutto questo è necessario dotarsi di un’identità politica precisa ed evidentemente riconoscibile da tutti. Un’identità che guardi al mondo del lavoro, all’ambiente, all’Europa, ai diritti civili di cittadinanza, alla laicità. Un’identità che, anche nell’ottica della coesione del nostro paese sia in grado di esprimere le grandi e piccole riforme necessarie all’Italia. È una questione di merito, prima ancora che di meritocrazia.
Concludendo, quindi, sono sempre più convinto che la persona migliore per realizzare tutto questo, sia Pierluigi Bersani, persona capace e di valore che mi sento di appoggiare e sostenere completamente senza riserve.Dico questo perché ritengo che, al momento, questo progetto sia quello che attualmente serve più di ogni altro al Partito Democratico, alla sua funzione ed ai suoi valori anche nell’ottica di un Partito plurale ed aperto in cui si dialoga insieme verso un unico obiettivo: il Partito Democratico stesso.
Ritengo, infine, che questo sia il progetto che più di ogni altro possa consentire di recuperare le persone perdute e di allargare la base con una forte organizzazione e con un’idea chiara del modello di partito che sarà e del Paese che verrà.Un Partito che, anche dopo le elezioni primarie, sia unito, coeso e compatto: un partito al cui interno vi siano dialogo e collaborazione.Un Partito in cui, chiunque vinca, sia il Segretario di tutti e non solo di questa o quella parte; un Segretario che sappia confrontarsi anche con idee e culture diverse, cercando di capirle fino in fondo senza preclusioni di sorta.Questo è il modello di partito in cui, dopo il 25 ottobre, mi piacerebbe ritrovarmi; perché questo è il progetto in cui, secondo me, vale la pena credere e per cui vale la pena lavorare ed impegnarsi con le proprie energie ed idee.
A prescindere dal risultato delle primarie, dunque, in bocca al lupo a tutti 🙂