Alla fine, a suon di aggiunta di miliardi di tagli e lacrime e sangue (peraltro sempre a carico degli stessi sventurati) sarà sciopero generale. Indetto, però, dalla “sola” Cgil cioè, scusate, dal più grande sindacato italiano.
Abbiamo appena letto quello che, secondo alcuni illuminati, la Cgil non avrebbe dovuto fare.
Vediamo più in dettaglio cosa e perché no.
Non avrebbe dovuto quindi tutelare i diritti dei lavoratori accettando in silenzio misure come lo slittamento di un anno di pensione e TFR per i dipendenti pubblici, l’aggiramento dell’articolo 18 quindi licenziamenti semplificati ed altri tramite contratti in deroga allo Statuto dei lavoratori, mancato pagamento della tredicesima ai dipendenti pubblici e via discorrendo. Il tutto senza contare l’aumento delle tasse sui giochi, sul tabacco (il decreto lascia ampio spazio ai Monopoli) ed anche sui carburanti nonché sui tagli agli enti locali che andranno inevitabilmente a pesare su servizi al cittadino quali ad esempio scuole,servizi sanitari ed assistenziali (assistenza anche domiciliare ad anziani, malati e disabili), strade, giardini, mense e trasporto pubblici. A proposito di quest’ultimo i 400 milioni previsti a favore di quest’ultimo nel decreto sono, a fronte dei 15 miliardi di tagli a tutti gli enti locali, ovviamente una goccia nel mare.
Ovviamente a tutto e quindi anche alla capacità di assorbire i tagli c’è un limite: da parte degli Enti locali ci sono impegni di spesa già presi, prestiti da rimborsare, programmi già in essere e questo quindi significa che, oltre ai tagli, per mantenere un minimo livello di decoro dei servizi ci saranno o meglio ci dovranno essere nuove tasse. Non a caso il governo ha dato la possibilità alle Regioni di aumentare le proprie addizionali Irpef dello 0,5% (il che su un reddito medio-basso significa circa 70 euro all’anno). Una pistola carica data alle Regioni perché queste, prese dalla disperazione della mancanza di alternative per far quadrare il bilancio, sparino su sé stesse oppure sui cittadini tramite aumento delle tasse.
Per non parlare inoltre della delega fiscale e assistenziale da approvare entro settembre 2012 e che dovrebbe garantire risparmi per 4 miliardi nel 2012 ed addirittura 20 nel 2013. Quindi, dopo gli interventi del 2008, si vuole dare il colpo di grazia alle politiche socio-assistenziali. Del resto, lo dice lo stesso libro bianco del Ministro Sacconi, gli interventi assistenziali saranno sempre più delegate al c.d. terzo settore cioè a fondazioni private di carità e beneficenza. Vedi alla voce come lasciare solo il cittadino che paga le tasse e non ha nemmeno lontanamente corrispondenti servizi.
Ah già, dimenticavo l’accorpamento delle festività laiche alle domeniche posto che quindi, ad esempio il 1 maggio 2012 (guarda caso un martedì, quindi perfetto per un ponte) viene festeggiato domenica 29 aprile oppure 6 maggio? Ma come, non era il primo maggio?? Stesso discorso per il 25 aprile. Oppure del 2 giugno.
Quindi la Cgil, come qualsiasi sindacato, avrebbe dovuto applaudire ad una manovra in cui oltre ad essere assente qualsiasi prospettiva di equità e sviluppo economico ed anzi si indebolisce il baluardo della legalità eliminando alcune norme (vedi ad esempio Sistri e dichiarazione inizio attività) si realizza, tra le altre cose,lo scempio dello stato sociale, dei diritti e della tutela dell’occupazione? Dovrebbe dire di sì in assoluto silenzio ad una manovra che, anche grazie al taglio ai servizi sociali, va a colpire il ceto medio e le fasce più deboli della società come anziani, famiglie, precari e giovani? No, se è un vero sindacato che svolge seriamente la sua funzione.
In conclusione .stiamo parlando di una manovra, iniqua, ingiusta ed antisociale a fronte della quale qualsiasi parte sociale degna di questo nome dovrebbe indire uno sciopero per svolgere adeguatamente la sua funzione.
La Cgil l’ha fatto, Cisl e Uil no. Chi è quindi che è venuto meno al suo compito di sindacato rendendo impossibile l’unità sindacale sancita il 28 giugno? Chi non tutela i lavoratori ed i suoi iscritti o chi invece lo fa protestando legalmente e legittimamente contro dei tagli che li penalizzano?