Avete presente la giovane ed avvenente bionda che tutti si girano a guardare non appena entra al bar e sfila verso il bancone ordinando il classico caffè?
Ecco, probabilmente a questo pensava quell’esperimento musicale dell’underground newyorchese a metà, solo per citare alcuni generi, tra la disco music ed il garage rock, il punk e la black music che sono i Blondie e pensava soprattutto James Destri, fondamentale autore e tastierista di quel gruppo il cui genere ancora oggi non ha una musicalità completamente definita, quando mise in fila le parole di questo brano unico nel suo genere.
Brano che peraltro deriva dalla sfortunata di esperienza dell’album No Exit del 1997 inciso dopo un tour dovuto al fatto che, purtroppo, anche il gruppo nato sulla scia della new wave della Grande Mela non resiste alla sindrome della reunion incidendo un’opera che, a parte il singolo “Maria”, verrà presto dimenticata.
In Italia molti ricorderanno questa canzone come colonna sonora di un’indimenticato spot della Vodafone allora Omnitel con l’affascinante Megan Gale: “you’ve got to see her”, come dice la canzone, del resto vale anche per lei. 
Come ogni gruppo che si rispetti, non può mancare la filmografia che si esprime al meglio in quell’”American Gigolò” che trova la sua ideale colonna sonora proprio in quel pezzo di bravura disco-punk che è “Call Me”.
Dedichiamoci quindi ad ascoltare questo capolavoro della musica che, insieme ad altri di questo complesso, ha rivoluzionato il panorama della disco music di una volta. Ovviamente è d’obbligo lasciarsi andare sulle note di questo pezzo avendo in mente e negli occhi la straordinaria bellezza di quella sensuale icona del rock anni settanta e degli stessi Blondie che risponde al nome dell’ex coniglietta Debbie Harry…ma questa è un’altra storia per altri posts 
Buon ascolto. Anzi, buona visione
