Sunday, 16 February, 2025

Legge elettorale, occasione persa: salta il voto segreto e arriva l’incoerenza a Cinque Stelle.


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Chi di trasparenza ferisce, di trasparenza perisce.
Difatti, probabilmente causa un errore di un funzionario il voto segreto si fa palese e diventa evidente che il Movimento Cinque Stelle, approfittando della teorica segretezza, su un emendamento alla proposta di legge elettorale, ha votato in modo diverso da quanto dichiarato non rispettando le mediazioni raggiunte per un patto a sostegno della proposta in votazione e rimangiandosi la parola data, anche in televisione, ad appena un paio di giorni di distanza.
L’allergia del Movimento Cinque Stelle a un accordo si dimostra benissimo con questo episodio, capitato tra l’altro su un emendamento secondario sul sistema di voto del Trentino Alto Adige il che ribadisce l’importanza del partito autonomista locale in chiave di maggioranza di governo, soprattutto con il proporzionale.
Voto che comunque mostra la sconfitta di un’ala favorevole a un accordo elettorale con Di Maio e Di Battista, veri sconfitti di questa partita, rispetto a una più “rivoluzionaria” impersonata da Fico, anche a fronte della pressione di una base che dimostra di voler essere alternativa e autoctona e basta.
Giunti a questo punto, è logico e inevitabile porsi questa domanda: chi decide nel Movimento? Grillo, le votazioni sul web, i vari parlamentari – quali? – che hanno opinioni diverse tra loro?
voto Cinque Stelle
L’esito di un voto che sarebbe dovuto essere segreto dimostra comunque che il Re è nudo e che, per ora, si assiste alla chiusura di una partita da cui tutti escono perdenti, compreso chi su questo accordo aveva puntato il proprio capitale politico a fronte di un risultato che fa ripartire il discorso da zero rimandando il testo in Commissione.
Non è un caso, quindi, se da circa 25 anni che l’Italia discute sulle regole del gioco invece di giocare mentre nel frattempo altri paesi hanno la loro stabilità democratica. Questo perché in un paese serio non si farebbero le leggi elettorali a proprio favore o contro l’avversario. Cosa che però in Italia non capita più o meno dal Mattarellum.
Infatti, mentre noi stiamo a discutere su come giocare gli altri giocano e intanto, in Italia, gli investimenti pubblici e privati calano per il quinto anno consecutivo.
 
A proposito, come si è visto, la velocità di approvazione delle leggi non dipende dal bicameralismo perfetto ma dalla volontà politica di portare a casa o meno un obiettivo. Questa volta, casualmente, la proposta di legge è arrivata in aula in tempi record. La questione è,  ancora una volta e come spesso capita, politica e delle tattiche che si adottano, anche facendo melina invece che votare subito sì o no.

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Nato a Trieste, diplomato al liceo classico e laureato in Giurisprudenza, coltivo, oltre ai temi del diritto, interessi che vanno dalla fotografia alle riprese con montaggio audio e video, dal teatro alla lettura, dall’informatica alla programmazione e gestione di siti web, dalla comunicazione al marketing, dal teatro alla lettura per finire con le lingue straniere legate anche a varie esperienze all’estero. Mi dedico alla politica con la passione con cui ho iniziato a volermi occupare dei fatti della realtà che mi circonda e quindi anche delle esigenze delle altrui. Una passione che è partita dall'epoca dei vari ruoli in ambito scolastico prima e universitario, tra cui quelli di consigliere di amministrazione dell’Università degli Studi di Trieste e dell’ex Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario (E.R.Di.S.U.), poi. Mi è sempre piaciuto, infatti, pur tra le difficoltà della gestione di un ente pubblico, occuparmi, anche in relazione alle questioni giuridiche, di pubblica amministrazione ed è anche per questo oltre che per la mia vita quotidiana su questo territorio, che mi sono candidato, a Trieste, in Quarta Circoscrizione, in cui attualmente ricopro il ruolo di capogruppo del gruppo consiliare del Partito Democratico.

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