Chi di trasparenza ferisce, di trasparenza perisce.
Difatti, probabilmente causa un errore di un funzionario il voto segreto si fa palese e diventa evidente che il Movimento Cinque Stelle, approfittando della teorica segretezza, su un emendamento alla proposta di legge elettorale, ha votato in modo diverso da quanto dichiarato non rispettando le mediazioni raggiunte per un patto a sostegno della proposta in votazione e rimangiandosi la parola data, anche in televisione, ad appena un paio di giorni di distanza.
L’allergia del Movimento Cinque Stelle a un accordo si dimostra benissimo con questo episodio, capitato tra l’altro su un emendamento secondario sul sistema di voto del Trentino Alto Adige il che ribadisce l’importanza del partito autonomista locale in chiave di maggioranza di governo, soprattutto con il proporzionale.
Voto che comunque mostra la sconfitta di un’ala favorevole a un accordo elettorale con Di Maio e Di Battista, veri sconfitti di questa partita, rispetto a una più “rivoluzionaria” impersonata da Fico, anche a fronte della pressione di una base che dimostra di voler essere alternativa e autoctona e basta.
Giunti a questo punto, è logico e inevitabile porsi questa domanda: chi decide nel Movimento? Grillo, le votazioni sul web, i vari parlamentari – quali? – che hanno opinioni diverse tra loro?
L’esito di un voto che sarebbe dovuto essere segreto dimostra comunque che il Re è nudo e che, per ora, si assiste alla chiusura di una partita da cui tutti escono perdenti, compreso chi su questo accordo aveva puntato il proprio capitale politico a fronte di un risultato che fa ripartire il discorso da zero rimandando il testo in Commissione.
Non è un caso, quindi, se da circa 25 anni che l’Italia discute sulle regole del gioco invece di giocare mentre nel frattempo altri paesi hanno la loro stabilità democratica. Questo perché in un paese serio non si farebbero le leggi elettorali a proprio favore o contro l’avversario. Cosa che però in Italia non capita più o meno dal Mattarellum.
Infatti, mentre noi stiamo a discutere su come giocare gli altri giocano e intanto, in Italia, gli investimenti pubblici e privati calano per il quinto anno consecutivo.
A proposito, come si è visto, la velocità di approvazione delle leggi non dipende dal bicameralismo perfetto ma dalla volontà politica di portare a casa o meno un obiettivo. Questa volta, casualmente, la proposta di legge è arrivata in aula in tempi record. La questione è, ancora una volta e come spesso capita, politica e delle tattiche che si adottano, anche facendo melina invece che votare subito sì o no.
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